Il Nord Italia è ancora la regione europea con i più alti livelli di inquinamento atmosferico, proprio come sottolineato dall’ultimo rapporto dell’Agenzia europea per l’ambiente. La Pianura Padana, in particolare, si distingue per la più alta concentrazione di particolato, Pm10 e Pm2.5, liberi di manifestarsi nell’aria a causa dell’utilizzo del carbone per la produzione industriale e il riscaldamento.
Le emissioni di biossido di azoto, invece, generatrici principali dal traffico, sono le principali cause dell’aria inquinata presenti nelle maggiori città europee. Il rapporto aggiunge che le concentrazioni di ozono nell’Italia e nel bacino del Mediterraneo sono particolarmente elevate, poiché la radiazione solare e il calore ne provocano la formazione.
Nonostante i miglioramenti degli ultimi anni, i superamenti degli standard di qualità dell’aria Ue restano diffusi, con concentrazioni oltre le ultime raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. È il 97% della popolazione urbana europea ad essere esposta a concentrazioni di particolato fine superiori al levello di riferimento stabilito dall’Oms.
Il traffico, il riscaldamento ed emissioni industriali sono le principali fonti di smog nei 27 Paesi Ue e in Islanda, Norvegia, Svizzera e Turchia, causando gravi danni alla salute dei bambini, che vengono esposti dannatamente. L’Agenzia europea dell’Ambiente stima che ogni anno oltre 1.200 minori in Europa siano vittime dell’inquinamento atmosferico.
Per cercare di arginare il problema, l’Aea vuole che ci siano interventi specifici per proteggere i bambini e gli adolescenti, come la creazione di “zone di aria pulita” attorno alle scuole. In queste aree sarebbe auspicabile aumentare le aree verdi, alberate o meno, al fine di ridurre le concentrazioni di particolato e migliorare la qualità dell’aria respirata dai bambini.
Il quadro è desolante per l’Italia e soprattutto per le aree urbane, dove la percentuale di aree verdi entro un raggio di 300 metri dalle scuole è molto bassa. In media nell’Ue infatti poco più del 10% dell’area è verde e solo il 6% è coperto da alberi.
In città come Milano, Bari e Napoli, meno del 5% dell’area entro un raggio di 300 metri dalle scuole è verde. Roma, Firenze e Bologna si trovano invece nella fascia tra il 5 e il 10% di aree verdi. Questo non è sufficiente per garantire una buona qualità dell’aria e la salute dei bambini.
Gli indulti per inquinamento ambientale di due dirigenti del deposito Eni a Pomezia dimostrano come la situazione debba essere affrontata con urgenza, poiché le ripercussioni sull’ambiente e sulla salute sono gravi e durature.
La creazione di aree pedonali, la riduzione del traffico e l’aumento delle zone verdi sono alcune tra le possibili soluzioni che potrebbero portare a un miglioramento della qualità dell’aria e della salute pubblica. È necessario quindi un intervento immediato per garantire l’aria pulita e la salute dei nostri bambini.
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