Catania, 570 chili di pescato non tracciato sequestrati dalla Guardia Costiera

La Guardia Costiera di Catania ha compiuto un fermo di 570 chili di pescato non tracciato. L’operazione di sequestro è stata guidata dal Comando di Capitaneria di Porto (CCAP) della città siciliana. Tra i pesci requisiti, spiccano tonni e sgombri, per un totale di circa 570 chili. Motivo del sequestro è l’assenza di tracciabilità e documentazione relativa alla pesca.

Fermo di pescato non tracciato a Catania

Il fermo del pescato non tracciato a Catania si inserisce nell’azione di controllo e vigilanza della Guardia Costiera. L’obiettivo dell’operazione è tutelare la salute pubblica e combattere la pesca illegale.

Le ispezioni sono state coordinate dalla Capitaneria di Porto di Catania e hanno coinvolti pescatori e commercianti di pesce nella zona di Catania e Messina. Sono state effettuate verifiche approfondite sulle attività di pesca e sulle modalità di commercializzazione dei prodotti ittici.

I controlli sono stati attuati sia nei mercati all’ingrosso che al dettaglio. Durante le ispezioni, sono state comminate multe per la mancanza di tracciabilità e documentazione del pescato non tracciato, per un totale di circa .

Le operazioni di controllo sono state effettuate in collaborazione con i veterinari dell’Azienda Sanitaria Provinciale. Una parte del pescato sequestrato è stata destinata alla distruzione per garantire la sicurezza e la salubrità dei consumatori.

Infine, la Guardia Costiera di Catania ha sequestrato 570 chili di pescato non tracciato. L’operazione è parte dell’impegno costante della Guardia Costiera per preservare la salute pubblica e contrastare la pesca illegale. I controlli hanno coinvolto pescatori e commercianti, e sono state comminate multe per la mancanza di tracciabilità e documentazione. L’operazione di sequestro è stata effettuata con la collaborazione dei veterinari dell’Azienda Sanitaria Provinciale per garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti ittici destinati alla distribuzione ai consumatori.


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