La nave Ocean Viking, oggetto di un sequestro a Bari per una presunta violazione del “decreto Piantedosi”, ha subito nuovi problemi. Quest’ultima è stata fermata per la seconda volta in due mesi, come segnalato da Sos Mediterranee. L’organizzazione umanitaria ha denunciato questa legge come ingiusta, poiché colpisce i soccorritori che cercano di fare il lavoro che gli Stati non sono in grado di svolgere adeguatamente nel Mediterraneo.
La Ocean Viking è stata bloccata a causa di una minima deviazione dalla rotta verso Bari, pur non avendo comportato ritardi significativi nel viaggio, che si è ora protratto per quasi tre giorni. I tre soccorsi, che hanno coinvolto 244 persone, sono stati effettuati sotto il coordinamento delle autorità marittime. Sos Mediterranee sottolinea che questa legge ostacola l’assistenza alle persone in pericolo e contribuisce ad aumentare il numero di morti in mare.
Anita, coordinatrice SAR di Ocean Viking, ha dichiarato che questo decreto legge rappresenta un ulteriore tentativo di ostacolare il lavoro di soccorso, mantenendo le navi SAR lontane dal Mediterraneo per lunghi periodi. Questa situazione, a sua volta, comporta un’ulteriore perdita di vite umane.
La nave Ocean Viking è arrivata a Bari sabato mattina, portando a terra i 244 migranti soccorsi provenienti da diverse parti del mondo. Tra di loro ci sono migranti dell’Eritrea, del Sudan, del Bangladesh, del Pakistan, della Siria e del Libano. Alcuni di loro sono minori non accompagnati, con cittadinanza siriana e libanese, che hanno tra i 2 e gli 11 anni. Inoltre, ci sono anche altri 16 migranti non accompagnati provenienti dalla Siria, dal Bangladesh e dal Pakistan, tutti di età superiore ai 16 anni.
Sos Mediterranee ha richiamato l’attenzione sulle difficoltà che le organizzazioni umanitarie stanno affrontando nel fornire assistenza ai migranti nel Mediterraneo. Questa situazione mette a rischio la vita delle persone che cercano di fuggire da condizioni di estrema povertà e violenza.
Il decreto Piantedosi, secondo Sos Mediterranee, rappresenta un ostacolo significativo per il lavoro dei soccorritori umanitari nel Mediterraneo. Questi operatori stanno cercando di salvare vite umane e offrire assistenza alle persone in pericolo in mare. Tuttavia, il decreto complica e rallenta il processo di soccorso e potrebbe portare a ulteriori perdite di vite nel lungo periodo.
Sos Mediterranee ha ribadito l’importanza di affrontare le cause profonde di questa crisi umanitaria e lavorare per creare un approccio più umano e solidale nei confronti dei migranti. Le organizzazioni umanitarie stanno facendo del loro meglio per mitigare la sofferenza umana nel Mediterraneo, ma hanno bisogno di un sostegno più forte e di politiche più comprensive per affrontare questa sfida.
L’Europa deve rivedere il suo approccio alla migrazione e cercare soluzioni a lungo termine per affrontare queste crisi. È fondamentale garantire la sicurezza e la protezione di coloro che cercano rifugio nel Mediterraneo e ridurre il numero di morti in mare.
Sos Mediterranee continuerà a lottare per i diritti dei migranti e per garantire che le loro voci vengano ascoltate. L’organizzazione continuerà a fornire assistenza umanitaria nel Mediterraneo e a cercare soluzioni a lungo termine per questa crisi. È indispensabile agire con urgenza per prevenire altre perdite di vite umane e garantire la dignità e i diritti di tutti i migranti.
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