MELONI: Riflessioni su ReArm Europe

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MELONI: Riflessioni su ReArm Europe
MELONI: Riflessioni su ReArm Europe

La dichiarazione della presidente Von der Leyen, che parla di un budget complessivo di 800 miliardi di euro, ha suscitato diverse interpretazioni. È fondamentale chiarire, per il Parlamento e i cittadini europei, che questi fondi non provengono dalla riduzione di altre spese né rappresentano nuove risorse dell’UE. In particolare, l’Italia ha mostrato una ferma opposizione al possibile dirottamento dei fondi di coesione verso la difesa, una battaglia che è stata vinta. L’Italia intende mantenere intatte le risorse per la coesione, di vitale importanza per i suoi territori.

La denominazione ‘Rearm Europe’ può essere fuorviante per i cittadini. Il rafforzamento delle capacita difensive europee non significa solo potenziare gli arsenali militari o effettuare acquisti da paesi stranieri. Ciò che l’Europa necessita è di investire nella produzione interna, sostenendo le aziende e l’intero tessuto produttivo.

Nel contesto delle minacce ibride, la sicurezza è un concetto ampio che va oltre il semplice aumento delle armi. Indipendentemente dalla questione militare, è necessario concentrarsi su:

  • Difesa dei confini
  • Lotta al terrorismo
  • Cybersicurezza in un’era guidata dall’intelligenza artificiale
  • Protezione delle infrastrutture energetiche
  • Sicurezza delle rotte commerciali e catene di approvvigionamento alimentare
  • Presidio dello spazio e del dominio sottomarino

Senza un approccio completo a 360°, la difesa non è efficace. Nonostante il rispetto per le proposte presentate, l’Italia sottolinea che l’invio di truppe in Ucraina o di forze europee come suggerito da Regno Unito e Francia, resta un’opzione complessa e rischiosa. In queste discussioni, una cosa è certa: un approccio olistico è fondamentale.

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