La crisi in Ucraina è giunta al suo 333° giorno. Dopo il vertice di Ramstein, tenutosi alla fine di novembre, il governo di Kiev ha espresso la volontà di rafforzare la difesa con armi occidentali. Tale decisione è stata criticata da Germania e Stati Uniti che, a causa della loro indecisione sulle forniture di carri armati Leopard, si vedono accusati da Kiev di “uccidere i cittadini ucraini”.
Da parte sua, Mosca ha ribadito le proprie minacce nei confronti dell’Occidente. Un portavoce del governo russo ha affermato che le forniture di armi offensive da parte dell’Occidente all’Ucraina potrebbero portare a un disastro globale. Secondo quanto riferito dai media ucraini, autorità del Paese avrebbero convocato alcuni funzionari del ministero della Difesa per rispondere alle accuse di corruzione sulle forniture alimentari per l’esercito.
Al centro della controversia tra Kiev e Mosca vi è l’invio di armi occidentali all’Ucraina. Il governo ucraino ha accusato Germania e Stati Uniti di essere troppo cauti nel fornire le armi necessarie a difendere il territorio nazionale, sostenendo che questa mancanza di decisione sta uccidendo i suoi cittadini. Per contro, Mosca ha ribadito la propria opposizione a qualsiasi invio di armi offensive da parte dell’Occidente, avvertendo che tale decisione porterebbe a un disastro globale.
Nonostante le tensioni che permangono tra Ucraina e Russia, il dialogo diplomatico continua ad andare avanti. Resta da vedere se Germania e Stati Uniti decideranno finalmente di fornire le armi necessarie alla difesa ucraina o se decideranno di ignorare le richieste del governo di Kiev.
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