L’ex presidente Confcommercio Roberto Helg: condanna bancarotta aziende familiari

Il precedente presidente di Confcommercio, Roberto Helg, è stato giudicato colpevole per la bancarotta delle aziende di famiglia che si occupavano di vendere cristalli, argenterie e arredamenti per la casa. Secondo Helg, la rovina delle sue imprese sarebbe stata causata dalla crisi economica, ma secondo il Procuratore, il fallimento improvviso di “Gearr srl” (già “Helg srl” e ” Helg spa”) e “Frigidaire” nel 2012, dopo 38 anni di attività, sarebbe stato causato da comportamenti fraudolenti da parte dei proprietari, che hanno generato un buco di 5 milioni di euro nelle finanze.

Dopo molte rinunce e otto ore di discussione a porte chiuse, la quarta sezione del tribunale, presieduta da Sergio Ziino, ha deciso di condannare Helg per bancarotta fraudolenta. Il Procuratore Aggiunto Sergio Demontis e il suo sostituto Andrea Fusco avevano richiesto una condanna di 6 anni per Helg e 5 per suo fratello Fulvio. Tuttavia, i giudici hanno parzialmente accettato la richiesta, condannando Helg a 4 anni e 8 mesi di carcere e suo fratello Fulvio a 4 anni e 4 mesi.

Questa condanna rappresenta un altro duro colpo per l’ex presidente di Confcommercio, che è già stato condannato in modo definitivo per estorsione. In quel caso, Helg aveva richiesto denaro in cambio di non creare problemi nel rinnovo della concessione degli spazi all’interno dell’aeroporto Falcone Borsellino, in qualità di Vicepresidente della Gesap. L’imprenditore è stato arrestato mentre incassava i soldi, mettendo fine alla sua carriera e distruggendo la sua immagine di paladino della legalità, considerato un eroe nella lotta contro il racket.

La bancarotta fraudolenta coinvolge non solo i due fratelli, ma anche la figlia di Roberto Helg, Cinzia, che è stata processata insieme a loro nel gennaio 2018. Cinzia Helg ha poi scelto il rito abbreviato ed è stata condannata a due anni con la sospensione condizionale della pena nel 2020.

Secondo l’accusa, prima che venisse dichiarata l’insolvenza delle aziende di famiglia, sono stati emessi assegni a favore di complici che successivamente avrebbero restituito i soldi agli Helg. Inoltre, le indagini hanno scoperto che sono state registrate fatture per transazioni inesistenti, utilizzate per nascondere la vera situazione finanziaria delle aziende.

Il Procuratore sostiene che la crisi economica non abbia nulla a che fare con il fallimento di queste imprese storiche gestite dalla famiglia Helg. Secondo gli investigatori, i comportamenti fraudolenti dei proprietari hanno contribuito in modo determinante alla bancarotta delle aziende di famiglia.

La sentenza rappresenta una vittoria per la giustizia, che ha dimostrato di essere inflessibile anche nei confronti di personaggi considerati influenti nel mondo degli affari. Ora, Roberto Helg dovrà affrontare le conseguenze delle sue azioni e scontare la sua pena, mentre le vittime della sua bancarotta cercheranno giustizia e un risarcimento per i danni subiti.


Pubblicato

in

,

da

Tag:

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *