Roma, 20 gen. (askanews) – Fiumi d’inchiostro reale e virtuale sono stati versati in tutto il mondo per le dimissioni della premier neozelandese Jacinda Ardern, che lascia la guida del partito laburista e del governo nel prossimo mese. La giovane politica ha dichiarato di non avere più le energie necessarie per il ruolo, che molti hanno interpretato come “voglio stare a casa e fare la mamma”.
Tuttavia, in molti nel mondo anglosassone hanno anche parlato della campagna d’odio nei confronti di Ardern, iniziata in parte a causa dei drastici lock down ordinati durante la pandemia e della legge contro le armi da fuoco varata dopo gli attentati del 2019 a Christchurch. Secondo la polizia neozelandese, nel 2022 le minacce di morte contro la premier sono triplicate e diversi uomini sono stati arrestati.
Nel suo addio alla vita politica, Ardern ha negato che i sentimenti ostili abbiano contribuito alla sua decisione. “Un impatto c’è stato, dopotutto siamo umani, ma non è la base della mia decisione”, ha affermato. Al governo dal 2017 e rieletta nel 2020, ha fatto storia come prima premier al mondo a mescolare pubblicamente il ruolo di madre con gli impegni di governo. Adesso il partito laburista cerca il suo successore.
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