Mattarella su Diritti e Pace


In un mondo caotico e in costante mutamento, il passato spesso ci offre lezioni imperiture. Questo è il caso del celebre Manifesto di Ventotene, una guida senza tempo scritta da Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, ed Eugenio Colorni. Questo documento invita chiunque abbia orecchie per ascoltare a proteggere con zelo la democrazia dalle insidie del caos politico che rischiano di affossarla.
Perché questi insegnamenti risuonano ancora oggi? Che cosa li rende attuali? La risposta potrebbe essere semplice, ma non illusoria: sono universali e senza scadenza. Quando vennero messi nero su bianco, regnavano incertezza e oppressione, e necessitavano di coraggio e ambizione. Eppure, questa mobilitazione mentale è indispensabile ancora oggi.
Queste lezioni, fortemente radicate nella fiducia nella libertà e nella speranza nel progresso storico, ci spingono a resistere e a crescere di fronte alle avversità. Si capisce che il desiderio di un’Europa integrata e unita non è mero sogno idealista, ma una concreta custode dei valori di democrazia e diritti.
Quindi, il Manifesto non è semplicemente un antico testo da scoprire in polverose biblioteche, ma una bussola metaforica che ci guida verso l’armonia europea. E quando s’argomenta che l’integrazione europea è più urgente che mai, si comprende che ci si trova su una nuova tangente storica. Se l’integrazione era una visione all’avanguardia durante la stesura del Manifesto, oggi è un faro che ci guida nell’oscurità dell’incomprensione politica.
Il principio fondamentale da cui tutto ciò scaturisce è impeccabilmente semplice e magnificamente potente: il valore della persona. È su questo che si fonda la struttura delle istituzioni europee, costituendo un robusto pilastro per diritti, libertà, pace, e collaborazione, un quiz retorico che interroga la nostra coscienza collettiva.
Infine, riflettiamo: perché queste idee sono ancora così pregne di significato? Forse la risposta sta nella loro capacità di risuonare con la nostra intrinseca volontà di evolvere. La strada verso l’integrazione europea, pur sfidante, si profila non come una sfida insormontabile, ma come il cammino naturale verso una civiltà più giusta e unita.