Istanbul: Turchi in piazza dopo arresto


La situazione in Turchia continua a riscaldarsi mentre le tensioni politiche raggiungono un nuovo picco. In diverse città, tra cui Ankara, Smirne e Istanbul, le strade sono diventate teatro di proteste e scontri tra manifestanti e forze dell’ordine.
A Smirne, la polizia ha scelto l’approccio dell’uso degli idranti per disperdere i manifestanti. L’acqua lanciata a pressione ricorda la forza della natura, intenta a ritornare l’ordine. Ma la risposta ad Ankara non è stata da meno. Qui le forze dell’ordine hanno affrontato i manifestanti con gas lacrimogeni, una nuvola chimica che si alza per soffocare il dissenso.
Il mandato di arresto del sindaco di Istanbul, Eccreme Imamoglu, ha incendiato ulteriormente la situazione. Accusato di corruzione e terrorismo, la sua detenzione è stata percepita da molti come una mossa politica volta a consolidare il potere del presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Nonostante le restrizioni imposte alle manifestazioni fino a domenica, le strade si sono riempite di persone contrariate dal presunto tentativo di colpo di stato nei confronti del principale rivale politico di Erdogan.
I numeri parlano chiaro: secondo il Ministero dell’Interno, 16 poliziotti sono rimasti feriti negli scontri, mentre 54 persone sono state arrestate. Le accuse che pendono su di loro riguardano la condivisione di messaggi sui social media, definiti incitamento al crimine e all’odio.
Il Ministero della Giustizia ha dichiarato inaccettabili gli appelli a manifestare, eppure l’opposizione non si lascia intimidire. Nuove manifestazioni sono previste in tutta la Turchia, un ulteriore tentativo di alzare la voce contro quella che definiscono una detenzione antidemocratica.
In un quadro politico complesso, ci si chiede se le voci di dissenso verranno ascoltate o soffocate come il fumo di un lacrimogeno disperso nel vento. I prossimi giorni potrebbero essere decisivi per il futuro politico del paese.