Israele lancia attacco su Gaza


Un dramma politico si sta svolgendo in Israele, dove il governo si scontra con il sistema giudiziario e perfino con i servizi segreti. Nel cuore della notte, una decisione dirompente ha scosso la nazione: il licenziamento di Ronen Bar, il capo dei servizi segreti interni israeliani, è stato approvato all’unanimità dalla coalizione di Netanjahu. Ma perché tutto questo trambusto? Bar ha accettato la responsabilità per un fallimento di intelligence critico avvenuto il 7 ottobre e ora sta indagando su presunti finanziamenti illeciti dal Qatar a tre collaboratori del premier.
In un’altra svolta drammatica, l’opposizione israeliana, non volendo restare a guardare, ha deciso di appellarsi alla Corte Suprema. Nel frattempo, si avvicina un’altra sfida: domenica, il governo pianifica di chiedere una mozione di sfiducia per il procuratore generale. Quale sarà l’obiettivo finale di Netanjahu in questo intricato gioco politico? Sembra desideroso di avere le mani libere per rinnovare il comitato per le nomine giudiziarie e approvare il bilancio dello Stato.
In Parlamento, il governo si sente forte grazie all’appoggio dei ministri più estremisti, rinvigoriti dalla ripresa delle ostilità a Gaza. La situazione nella striscia di Gaza è tutt’altro che tranquilla: bombardamenti incessanti e operazioni terrestri si estendono da nord a sud, aumentando il già pesante bilancio delle vittime. I numeri sono agghiaccianti: 500 morti, di cui 130 bambini, secondo Hamas. La domanda sorge spontanea: quale sarà il prezzo finale di questo conflitto?
Nonostante la sistematica eliminazione dei comandanti di Hamas, i miliziani riescono ancora a lanciare missili contro Israele. Solo ieri, tre missili sono stati sganciati su Israele, aggiungendosi a quelli arrivati dallo Yemen. Le sirene di allarme hanno risuonato anche a Gerusalemme, un sinistro promemoria della situazione tesa.
Mentre Qatar ed Egitto continuano a mediare, la Casa Bianca non fa mistero del suo pieno sostegno alle operazioni militari israeliane. L’equilibrio geopolitico della regione pare sempre più sul filo di un rasoio, e il mondo osserva con attenzione. Che novità porterà la prossima alba? In questo intricato container di pandora di politica e conflitto, chi può dire cosa succederà domani?