Il nuovo boom dei prezzi in Europa dopo la “sospensione” del Mar Rosso

La notizia che British Petroleum e altre compagnie energetiche hanno sospeso i transiti delle navi petroliere nel Mar Rosso a causa dei rischi crescenti per la sicurezza della navigazione ha provocato un’impennata dei prezzi del gas in Europa. I militanti Houthi yemeniti hanno attaccato le navi mercantili in transito dal canale di Suez come risposta all’invasione di Gaza scaturita dall’attacco terroristico di Hamas.

Importantissime aziende di navigazione come Cosco, Oocl ed Evergreen Marine hanno deciso di sospendere il trasporto merci attraverso il Mar Rosso, seguendo così le decisioni di Maersk e Hapag-Lloyd. Questa situazione ci ricorda il blocco dei commerci mondiali sperimentato a marzo 2021 a causa dell’incaglio della nave portacontainer Ever Given nel canale di Suez.

Per quanto riguarda gli effetti sui prezzi del petrolio e del gas, a causa della chiusura del Mar Rosso, le navi container e petroliere sono costrette a prendere la rotta più lunga e costosa del Capo di Buona Speranza, aumentando il tempo di viaggio di circa 10 giorni e i costi di milioni di dollari. Nonostante ciò, al momento non si sono verificati seri problemi di offerta di gas naturale liquefatto (Gnl) in Europa, che rimane abbondante grazie alle temperature miti e alle scorte a livelli record.

I contratti del Gnl al Ttf, il principale hub di riferimento europeo, sono stati scambiati a 37,09 euro per megawattora, con un aumento dell’11,66%. Gli esperti però avvertono che se altre importanti compagnie petrolifere decideranno di seguire l’esempio di BP, i prezzi del petrolio e del carburante potrebbero subire un significativo aumento entro una o due settimane.

Nel Mar Rosso si sono verificati numerosi attacchi alle navi mercantili. Le coste dello Yemen sono infatti una delle principali rotte marittime del mondo, collegando Europa, Asia e Africa. Negli ultimi mesi, i militanti Houthi, sostenuti dall’Iran e in lotta per il controllo dello Yemen, hanno lanciato missili e droni contro il Sud di Israele e hanno preso di mira navi battenti bandiera israeliana o di proprietà di compagnie israeliane che attraversano lo stretto di Bab al-Mandab.

L’attacco più recente ha colpito la nave MT Swan Atlantic, colpita da un “oggetto non identificato” mentre si trovava nel Mar Rosso al largo dello Yemen, nonostante non avesse collegamenti diretti con Israele. Anche la nave della Mediterranean Shipping Company (MSC), il gruppo marittimo più grande del mondo, MSC PALATIUM III, è stata messa fuori servizio a causa di un attacco simile.

La chiusura del Mar Rosso ha un impatto significativo sul commercio internazionale, perché rappresenta una delle rotte più importanti per le spedizioni di petrolio, gas naturale liquido e beni di consumo. Circa il 15% delle merci importate in Europa, Medio Oriente e Nord Africa transitavano via mare dal Golfo e dall’Asia attraverso questa rotta, includendo il 21,5% del petrolio raffinato e oltre il 13% del petrolio greggio.

Le compagnie di navigazione e le società energetiche stanno monitorando attentamente la situazione, perché un’estensione o un peggioramento degli attacchi potrebbe portare a un ulteriore aumento dei prezzi del gas e del petrolio, con conseguenze dirette sui costi dell’energia e dei prodotti correlati.

In sintesi, la chiusura del Mar Rosso a causa degli attacchi degli Houthi yemeniti alle navi mercantili ha scosso i mercati energetici europei, aumentando i prezzi del gas e creando incertezza sulla logistica e sul commercio internazionale. Gli esperti stanno monitorando da vicino la situazione per valutare le potenziali ripercussioni a breve e lungo termine.


Pubblicato

in

,

da

Tag:

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *