Gaza: Hamas rilascia soldato e ostaggi


Amas ha annunciato venerdì di aver accettato la proposta dei mediatori di rilasciare un ostaggio americano israeliano ancora in vita e consegnare i corpi di quattro ostaggi con doppia nazionalità deceduti durante la prigionia. L’ostaggio è un soldato, identificato come Idan Alexander, di soli 21 anni. Ma quando sarà liberato? Questo resta un mistero, un po’ come cercare di trovare un ago nel pagliaio.
Il gruppo armato palestinese non ha ancora rivelato la data del rilascio, lasciandoci con il fiato sospeso. Gli altri paesi coinvolti nei negoziati, intanto, hanno confermato l’annuncio. È un quadro complesso: i colloqui a Doha, in Qatar, continuano nel tentativo di mediare sulla seconda fase del cessate il fuoco, dopo che la prima si è conclusa due settimane fa. Si direbbe una partita a scacchi, dove la mossa sbagliata potrebbe cambiare tutto.
Un altro funzionario di Amas ha ribadito l’impegno del gruppo a rispettare l’accordo di cessate il fuoco in tutte le sue fasi. Qualsiasi deviazione dai termini originali, hanno avvertito, potrebbe far deragliare l’intesa. La posta in gioco è alta. Israele, dal canto suo, spinge per un’estensione della prima fase. Vogliono posticipare la successiva, il che implica il ritiro completo delle forze israeliane dalla Striscia. È come camminare su un filo sottilissimo, sperando che non si spezzi.
Ma cosa accadrà nella seconda fase? E cosa succederà se il cessate il fuoco verrà violato? Queste domande restano sospese nell’aria mentre il mondo osserva e aspetta con impazienza. In fondo, non è forse vero che in ogni conflitto la speranza è di trovare una via verso la pace?
Come si evolverà la situazione? Intrigante, certo. Ma è essenziale tenere d’occhio i protagonisti sulla scena mondiale, mentre i mediatori lavorano dietro le quinte, come registi di un film drammatico.