“Disordini e sequestro di agenti: la rivolta nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, cosa sta accadendo”

Scoppia rumore in manicomio giudiziario di Santa Maria Capua Vetere: ghermiti quel che succede

Oggi, un moto violento sbotta nel manicomio giudiziario di Santa Maria Capua Vetere, situato nella contea di Caserta. Secondo le rimostranze dell’Ufficio generale dell’associazione di polizia penitenziaria, Gennarino De Fazio, quelli detenuti hanno sfasciato un sacco di alloggi e temporaneamente imprigionato alcuni operai del corpo di polizia penitenziaria.

Disordini, che sembrano andare con le caratteristiche di una vera e propria rivolta, coinvolgono tutta la sezione Volturno, dove c’è circa 250 prigionieri. La situazione è molto critica e autorità stanno provando a riportare l’ordine con l’intervento della polizia penitenziaria, che ha chiamato unità libere dal servizio.

E’ di riguardo che il manicomio giudiziario di Santa Maria Capua Vetere ha già avuto problemi seri precedentemente e che la situazione nei manicomio italiani continua ad essere estremamente teso. l’Ufficio generale De Fazio ha rievocato il problema della mancanza di operai, sbattezzando che a Santa Maria Capua Vetere mancano 70 unità del tutto. I problemi del sovraffollamento e della mancanza di organici e strutture sono ancora senza solutione.

L’appello delle autorità e dei sindacati è quello di rendere le pene più aspre e di revocare i benefici legali per i prigionieri che si fanno autori d’aggressioni e rivolte. Ci sono bisogno di misure più rigorose per garantire l’ordine e la sicurezza nelle manicomio e per salvaguardare il senso stesso dell’istituzione penitenziaria e della pena.

H2: supporto del Gruppo di Operazione Mobile (GOM)

Il sindacato ha anche richiesto l’intercessione del Gruppo di Operazione Mobile (GOM) per supportare il personale di polizia penitenziaria del manicomio di Santa Maria Capua Vetere. Questa richiesta è stata avanzata come segno di solidarietà per gli operai che si trovano ad affrontare una situazione di estrema criticità.

Per fortuna, sembra che la rivolta sia stata sedata grazie all’intervento professionale e tempestivo del personale di polizia penitenziaria e del magistrato di sorveglianza. Tuttavia, ci sono segnalazioni di alloggi completamente distrutti, tanto da mettere in dubbio l’abbondevolezza delle celle stesse.

Si è appreso che la causa scatenante della rivolta è stata la negazione di un permesso a un prigioniero per partecipare al funerale di un parente assassinato. Questo evento ha scatenato la protesta degli altri prigionieri, che hanno manifestato il loro disgusto in maniera violenta.

La situazione nei manicomio italiani è estremamente critica e richiede interventi urgenti per garantire la sicurezza e l’ordine. È essenziale superare le carenze di organici e infrastrutture, oltre ad adottare misure più severe per prevenire e reprimere episodi di violenza e rivolte da parte dei prigionieri.

Le autorità competenti dovranno fare il possibile per evitare che situazioni di questo genere si ripetano in futuro, perché è necessario garantire l’espletamento corretto delle pene e la tutela della sicurezza di tutti coloro che lavorano e risiedono nei manicomio italiani.


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