Covid: Commemorazione vittime

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Covid: Commemorazione vittime
Covid: Commemorazione vittime

18 marzo: una data che Bergamo non può dimenticare. L’intera città si ferma, unita in un ricordo che non svanisce. Ma cosa accade realmente quando il silenzio del cimitero si anima di preghiere? L’emozione della giornata iniziò con una preghiera dell’anima di Ernesto Olivero, le cui parole furono amplificate dalla voce di due giovani studentesse. Raccogliamo l’ultimo respiro, un dono d’amore.

Non sembra quasi che quelle parole possano racchiudere l’eco della sofferenza passata, vero? Ma il dolore ha un modo strano di avvicinare le persone. Dopo la cerimonia iniziale, una solenne corona d’alloro viene deposta con cura. Nella pace delle mura della chiesa, memoria viva di quello spazio che cinque anni fa era drammaticamente colmo di bare, s’installa un’opera sonora che riecheggia emozioni passate. Le riflessioni spirituali del vescovo impregnano l’aria: “La nostra città ha condiviso un grande dolore”. È come se la comunione e l’unità avessero unito Bergamo in un abbraccio invisibile di cui tutti sentono il calore.

Presente all’evento anche Alessandra Locatelli, ministro delle disabilità, accanto al sindaco di Bergamo, Elena Carnevali. Con emozione, Elena abbraccia le nuove generazioni, evidenziando che i giovani hanno davvero pagato il prezzo più alto durante questi anni difficili. La scelta di interrompere la scuola, sebbene necessaria, ha segnato profondamente molti di loro. Eppure, chi potrebbe immaginare che da quella sofferenza nasca una forza immensa? Questi giovani ci insegnano il senso della rielaborazione del lutto e scelgono di essere presenti, al bosco della memoria, per rinnovare un patto con il passato e costruire un ponte verso il futuro.

Alla fine, ciò che resta è una domanda: cosa possiamo apprendere da tutto ciò? Forse è nel crescere insieme, nel riconoscere che il debito più grande che abbiamo verso le nuove generazioni è continuare ad ascoltare e imparare da loro. Rimane un impegno comune a non dimenticare mai e a costruire un futuro che onori il passato.

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