Covid, 100 metri di memoria

Nel cuore di un evento tanto atteso, interrotto da un susseguirsi di applausi e musica, la scenografia si è aperta a un discorso illuminante e avvincente tenuto da un professore di calibro. Sapete quale? Quello che trasforma la teoria in un’appassionante narrazione, tenendo incollata la platea come le battute finali di un romanzo avvincente.

Tra un pensiero e l’altro c’è stato uno spunto importante: stiamo tracciando un piano, una sorta di road map per la nostra mente. Ma perché un piano? Ci avete mai pensato? Un piano serve proprio a mantenere la rotta giusta, un po’ come una bussola durante una lunga escursione.

Emerge così l’importanza della consapevolezza. Tutti noi dobbiamo sapere non solo il come, ma anche il perché delle nostre azioni. È come giocare a scacchi senza capire perché si muovono i pezzi modo; strategia ed intento devono essere chiari come un cielo senza nubi per dirigere le nostre mosmosse.

Ma qual è l’ingrediente segreto per un piano di successo? La chiave si cela nelle persone che ci accompagnano in questo percorso. Non siamo solitari naviganti ma compagni di viaggio. E come si suol dire, la sinergia di una squadra supera sempre la somma dei singoli individui.

Infine, è fondamentale immergersi nell’atmosfera del momento, lasciarsi trasportare dalle emozioni che risuonano nell’aura di un evento tanto vibrante. Avete mai sentito quel piccolo brivido di ispirazione? È la scintilla che accende la curiosità e spinge oltre i confini del conosciuto.

Siamo dunque tutti chiamati a contribuire attivamente, ad aggiungere il nostro personale tocco alla tela di un progetto condiviso. Ripensiamoci: ogni nostro gesto è una pennellata nel grande affresco della nostra avventura collettiva.

Quindi, che si tratti di un singolo passo o di un intero nuovo capitolo, ciò che conta è sapere dove stiamo andando e perché. E quando ce ne dimentichiamo, ci sono sempre parole sagge come quelle di un professore acclamato che ci riportano alla mente ciò che veramente conta.