La vicenda di Sarah Mardini, migrante siriana divenuta eroina delle Ong, ha visto l’annullamento di una parte del processo a carico della giovane. Il suo caso ha suscitato le pressioni anche dell’Onu, portando così la Grecia a stralciare il processo per spionaggio. Difatti, la decisione è stata presa a seguito di alcuni difetti procedurali riscontrati dalla difesa degli attivisti, tra cui la mancata traduzione dell’atto d’accusa per gli imputati stranieri. Tuttavia, le indagini sono proseguite per traffico di esseri umani e associazione a delinquere secondo quanto prevede l’ordinamento giuridico greco. La profuga siriana e l’attivista tedesco Sean Binder sono ancora oggetto di procedimento e Sarah Mardini non è potuta entrare in Grecia. Nonostante questa decisione della giustizia greca, le organizzazioni per i diritti umani continuano a protestare contro l’accusa considerandola un precedente preoccupante e temendo che venga considerato un crimine salvare una vita.
Lascia un commento