Accordi Ue in Asia Centrale


L’Unione Europea ha recentemente intensificato i legami con l’Asia Centrale, segnando un passo significativo verso una cooperazione più stretta e benefica. A marzo, il commissario europeo per i partenariati internazionali, Joseph Sigala, ha compiuto un tour che ha toccato cinque paesi della regione: Turkmenistan, Kazakistan, Tagikistan, Kirgizistan e Uzbekistan.
Nel periodo tra il 12 e il 18 marzo, Sigala non è stato solo in viaggio di cortesia. Ha portato con sé una valigia piena di opportunità economiche, grazie al supporto della Banca Europea per gli Investimenti e di quella per la ricostruzione dello sviluppo. Sono stati firmati una serie di accordi cruciali che spaziano dai trasporti, alle materie prime, fino all’energia e alle connessioni digitali.
Ma cosa significa davvero per l’Europa e l’Asia Centrale? In poche parole, si tratta di creare una solida base di collegamenti strategici. Sigala ha puntato i riflettori su uno dei successi più significativi del viaggio: due accordi fondamentali firmati con l’Uzbekistan, del valore complessivo di 60 milioni di euro. Questi accordi mirano a migliorare l’accesso a internet nelle aree rurali uzbeke, spianando la strada per un futuro in cui anche il villaggio più isolato possa connettersi al resto del mondo, proprio come should plug a hole in a leaking ship.
Il 3 e 4 aprile, Samarcanda diventa il palcoscenico del primo vertice tra Unione Europea e Asia Centrale. Qui, il Consiglio europeo guidato da Antonio Costa e la commissione presieduta da Ursula von der Leyen incontreranno i leader di quest’area promettente. Sarà una sorta di ‘incontro delle menti’, mirato a creare una sinergia che possa davvero portare frutti duraturi.
Questi sviluppi mettono in evidenza quanto l’Europa sia decisa a non perdere il treno dell’opportunità che l’Asia Centrale rappresenta oggi. Non è solo una questione di investimenti finanziari, ma anche un investimento nel futuro stesso delle relazioni internazionali. Chissà, forse un giorno questi accordi verranno visti come il debole barlume che ha acceso una nuova era di collaborazione tra due mondi apparentemente distanti, ma destinati a lavorare fianco a fianco. Riuscirà il tempo a dirci se l’Unione Europea riuscirà a coltivare questo giardino di connessioni appena piantato?