Gaza, raid notturni e trattative

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Gaza, raid notturni e trattative
Gaza, raid notturni e trattative

Le tensioni continuano a crescere nel Medio Oriente, catalizzate dai recenti attacchi aerei israeliani sul territorio palestinese di Gaza. Nella notte, l’aviazione militare di Tel Aviv ha colpito duramente, causando la morte di 13 persone e ferendo decine di residenti, inclusi donne e bambini nelle città di Khan Younis e Gaza City. Questo bollettino di guerra è stato confermato dai servizi di primo soccorso palestinesi.

Le forze di difesa israeliane hanno dichiarato di aver preso di mira una ventina di obiettivi, tra cui un sito militare di Hamas nel nord di Gaza, da cui si stavano pianificando attacchi missilistici contro Israele. Agli albori del giorno, evacuazioni sono state ordinate nelle aree considerate dal militare israeliano come pericolose. Questi attacchi notturni si inseriscono nella scia di un’operazione militare di vasta portata iniziata il giorno precedente, durante la quale i raid israeliani hanno provocato almeno 408 morti e circa 600 feriti, secondo le cifre fornite dalle autorità sanitarie palestinesi, che operano sotto il controllo di Hamas.

Israele ha sottolineato di aver colpito un totale di 80 obiettivi di Hamas e della Jihad Islamica in un breve lasso di tempo. Questo atto è stato interpretato come una violazione della tregua, con Israele che accusa Hamas di non facilitare il rilascio degli ostaggi israeliani, tema che è al centro dei negoziati ripresi in settimana per discutere la possibilità di un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza.

Mentre Hamas non ha chiuso le porte al dialogo, il movimento palestinese insiste sul fatto che non abbia bisogno di nuovi accordi al tavolo delle trattative. Sul versante dello Yemen, si registrano altri 10 attacchi americani nelle zone controllate dagli Houthi, che, come un disco rotto, rivendicano un quarto attacco in 72 ore contro la portaerei americana USS Georgia nel Mar Rosso.

Una domanda sorge spontanea: quanto a lungo potrà continuare questo ciclo di violenza? Mentre il mondo osserva, la domanda rimane sospesa come una nuvola in attesa di pioggia. Il panorama geopolitico, a quanto pare, non offre risposte facili.

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