Putin e Trump: obiettivi chiari


Le parole di Dimitri Peskov, portavoce del Cremlino, fanno eco a un inaspettato ritorno di cordialità nei rapporti tra Russia e Stati Uniti. Ma cosa sta dietro questa svolta? Pensate ad una partita a scacchi, dove la Russia cerca strategicamente di uscire dall’isolamento e di riaffermare il proprio ruolo come importante interlocutore globale.
La Russia si è sentita circondata e spinta ai margini, desiderando sopra ogni cosa liberarsi da ciò che percepisce come una morsa di isolamento. È come se volesse riprendere il suo posto al tavolo dei grandi, al massimo livello possibile di dialogo internazionale. Ma in che modo questa ambizione si lega al presidente Donald Trump?
Trump, con un’apparente indifferenza verso i principi stabiliti dai suoi predecessori e dagli alleati, sembra offrire a Putin l’opportunità di riscrivere le regole del gioco. Questo interesse per il ‘demiurgo della storia’, che ha la capacità di plasmare eventi e decisioni a proprio vantaggio, è una sorta di rinascita per la Russia stessa, dopo anni di alienazione vissuti con il crollo dell’Unione Sovietica.
E qui viene introdotto il tema della grandezza imperiale. Dopotutto, la Russia aspira a restaurare una dimensione imperiale ritenuta sopita. Quando l’Occidente ha visto la Russia cadere dalla sua posizione imperiale, l’ha considerata una regione di secondo piano, una potenza declassata. Tuttavia, lo spirito di Putin ha risvegliato questa ‘dimensione imperiale’, facendo ricordare ai russi le glorie di un tempo.
La questione allora si pone: l’Occidente ha commesso l’errore di considerare l’identità imperiale della Russia come un semplice strumento del passato sovietico, piuttosto che una parte intrinseca della sua storia? La dinastia dei Romanov, ad esempio, ha governato per secoli, incarnando questa dimensione. L’anima imperiale della Russia, infatti, esisteva prima di Lenin e certamente non è svanita oggi.
Per il pubblico occidentale, che può considerare tale narrativa come una questione di ‘passato remoto’, c’è una lezione da apprendere. Capire la Russia significa andare oltre i paradigmi politici del XX secolo e riconoscere una complessa rete di identità e storia che continua a modellare la sua posizione nel mondo. Un errore nella lettura di questa dimensione rischia di gettare le relazioni internazionali in rotta di collisione.