Bagnoli: sicurezza e aiuto richiesti

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Bagnoli: sicurezza e aiuto richiesti
Bagnoli: sicurezza e aiuto richiesti

In una notte di paura, le strade di Bagnoli si sono trasformate in rifugi improvvisati per molti cittadini, tra cui la signora Elisa Metalli. Non c’è stato riposo, solo tensione e un’ansia palpabile che permeava l’aria.

Avete dormito in macchina? è l’interrogativo che riecheggia tra la folla, ma pochi possono realmente dire di aver chiuso occhio. Le scosse, un tormento incessante da ormai tre anni, sono una minaccia costante che non offre tregua.

La situazione è drammatica confida la signora Elisa. Con la madre allettata, scendere dalle scale non è solo un disagio fisico ma un vero e proprio incubo. Siamo abbandonati dallo stato, dichiara con amarezza. La protezione sembra un miraggio: manca un rifugio sicuro, mancano risposte rassicuranti, manca la sicurezza.

Nelle strade di Bagnoli, la signora Carmela Scotti condivide storie simili: case aggredite dai pini cadenti, gente che fugge nella notte per ricercare un riparo nella piazza. Chiediamo chiarezza, un’altra voce tra la folla ribadisce con convinzione, mentre sottolinea la necessità di aree sicure e verifiche puntuali sugli edifici abitativi. Entrare a casa in pigiama resta un atto di coraggio, un rischio che pochi vogliono permettersi senza l’adeguata sicurezza.

Rabbia e preoccupazione accompagnano il risveglio di chi ha passato la notte in auto. Perché nessuno ci aiuta? La domanda, semplice e penetrante, si disperde nell’indifferenza apparente. Aiutateci è l’accorato appello che si alza sopra il frastuono del quotidiano. I numeri sono impietosi: cinquanta mila persone e solo tre gabinetti disponibili, come se fosse uno scherzo crudele.

  • Bambini febbricitanti che cercano sollievo in angusti spazi d’automobile.
  • Anziani e infermi abbandonati ad un destino incerto, soccorsi solo da acqua portata dalle suore di Pozzuoli, veri angeli custodi in abiti religiosi.

Le preghiere di questi cittadini risuonano come un coro di anime perdute, in attesa non solo di aiuti materiali ma di una dignità che sembra sempre più lontana. Una riflessione amara resta: cosa succede quando chi dovrebbe proteggerti non è presente? A Bagnoli, questo non è solo un pensiero ma la realtà quotidiana con cui convivere insieme alle scosse, invisibili ma potentemente presenti.

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