Conversazione con Bennet Cerven

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Conversazione con Bennet Cerven
Conversazione con Bennet Cerven

Nel nostro studio oggi abbiamo il gruppo musicale Trouble Notes, una band che unisce culture attraverso la musica, rappresentata dal violinista americano Bennett Servin. Bennett vive in Europa da sei anni e gira il continente con i suoi compagni musicisti, Florian Schmidt, chitarrista tedesco, e Oliver Maguire, di Londra.

Perché girano l’Europa? Secondo Bennett, non si tratta di rubare cultura europea, ma di celebrarla. Il loro repertorio è nato in Europa e ciò che il trio fa è viaggiare, vivere le diverse culture locali e costruire ponti musicali attraverso le loro composizioni. Un esempio? Una fusione tra il Celtico e l’italiano del sud, creando una melodiosa via di mezzo tra una tarantella e il violino celtico.

Sorprende scoprire che, nonostante le apparenze, molte culture europee, soprattutto a livello musicale, condividono una storia comune, in particolare quelle del Mediterraneo e del Celtico. Mentre politici come Ursula von der Leyen trovano difficile unificare l’Europa, Bennett crede che l’arte possa superare queste barriere. Il messaggio è chiaro: essere europei non significa rinunciare alla propria cultura ma riconoscere l’unicità di ogni regione, come in un’orchestra dove ogni strumento ha il suo posto.

Bennett ritiene che la musica possa servire da metafora per l’unità europea, un’armoniosa fusione che evita caos e divisione, un po’ come creare un’intramontabile sinfonia. Ma cosa ne sarebbe un’orchestra che perde le sue radici? Bennett è convinto che l’uniformità porterebbe alla perdita di ricchezza musicale. Lui e i suoi compagni cercano di mostrare che la celebrazione delle culture tradizionali non deve condurci al nazionalismo radicale.

La band è anche impegnata nella creazione di un nuovo album, chiedendo aiuto ovunque vadano. Non è sufficiente suonare in teatri o locali; più genuina è l’esperienza nelle strade, dove si condivide musica a livello umano. Il viaggio espande questo concetto, integrando differenti ispirazioni culturali. Per esempio, una visita al Danubio li ha ispirati a unire il violino celtico con la tarantella delle meridionali coste italiane, una trilogia di suoni che rappresenta aperta e fluida come un fiume.

Concludendo l’intervista, Bennett promette di tornare con i suoi compagni dopo il tour sperimentale, un mosaico musicale pronto a raccontare la storia dell’Europa attraverso la musica. Mentre il loro viaggio continua, una cosa è certa: questi musicisti intrepidi continueranno a trasformare suoni di culture diverse in un’unica sinfonia, facendoci ricordare che l’unità nella diversità è possibile, sia musicalmente che culturalmente.

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